Araba Fenice

4.11.07

prova2

Questo blog sta per compiere ben 6 anni.
Bisogna ammettere che non vi ho dedicato molto tempo e sforzo, nonostante fosse sempre nei miei propositi farlo.

Nel frattempo molte cose sono cambiate. Quando ha aperto i battenti i blog in Italia erano per lo più sconosciuti e comunque era imprevedibile l'uso attuale.

Io stesso ho cambiato prospettiva perché sono invecchiato o perché sono maturato e il nome precedente "Nowhere's memory" non rispecchierebbe più i miei intenti e persino l'anglofonia di quel titolo, che faceva parte dei tempi, non trova più alcun posto nel mio linguaggio di oggi.

Ho dato delle svolte significative ai miei siti di allora, alcuni li ho chiusi e ne ho aperti di nuovi. In particolare, accanto ad ennio.martignago.name si sono aggiunti cambiare.org (questo più di altri attivo) e clinicapsicologica.it, mentre rimane vivo e vegeto il blog Personal Coaching di aiuti.com.

L'accento "poetico" (nel senso Jacobsoniano) del blog originario non è nelle corde del mio scrivere attuale e la destinazione del blog è soprattutto quella della lista di distribuzione rivolta alle persone con cui ho condiviso percorsi ed esperienze, oltre, naturalmente, a quanti troveranno sintonie in queste pagine.

Oltre alla "dimenticanza", che era soprattutto ridimensionamento della prospettiva archeologica tipica dei più noti approcci psicoterapici, il richiamo alla Fenice mitologica vuole sottolineare il valore del "cambiamento", non tanto nel senso semplicistico di certi filoni statunitensi, quanto del "rinascere" dell'anima che viene dal riconoscere il proprio essere "Ignoto a me stesso".

Questa però è una delle poche occasioni in cui voglio usare questi termini "elitari": oggi infatti penso ancor più di ieri che se hai da dire qualcosa puoi farlo con parole semplici, anche se non banali, in questo modo rivolgendoti tanto ai "coscritti" che ai "frequentatori".

Per chi intenda fin da subito iscriversi alla lista sarà sufficiente che invii il messaggio vuoto all'indirizzo che comparirà cliccando qui...

28.9.05

Tanti frutti dello stesso tronco
Fu probabilmente Freud, ed essenzialmente per proteggerla dagli attacchi dell'istituzione accademico-sanitaria dell'epoca, il primo a passare da uno stile a una scuola e a "registrare il marchio" del suo metodo. Prima e accanto a lui sarebbero stati molti a poter fare lo stesso: da Charcot che ebbe come allievo il grande Janet (che a sua volta ebbe non pochi epigoni) a Bleuler, allo stesso Groddek. La necessità di "istituzionalizzarsi", di farsi "torah", era particolarmente sentita dal rabbinismo psicanalitico degli esordi, al punto che tutte le Società Psicanalitiche ufficiali la difendono a spada tratta con estensioni normative e gestioni rigide anche quando il mondo attorno gli sta crollando addosso.
Dopo di lui gli altri maestri non perdettero occasione di farsi delle parrocchie, ma non sempre furono altrettanto difensivi. Quello che non fecero i padri lo imposero comunque i figli che, dopo avere investito tempo, passione e denaro volevano distinguersi da quanti si richiamavano al "nome del padre" da "illegittimi".
I maestri non persero mai l'occasione di farsi la guerra e soprattutto di disconoscere il passato. Eppure dietro ogni moderna teoria c'è una storia personale e professionale che attraversa le principali teorie degli altri. Così Bert Hellinger, dopo avere attraversato la gestalt, la psicanalisi, la terapia familiare di Satir, l'AT, lo psicodramma... ha dato un nome al suo operare, al suo stile, chiamandolo "Costellazioni Familiari", così come Satir aveva consolidato la sua tecnica sulle basi dell'insegnamento di Perls, il quale ha sempre manifestato odio per la psicanalisi non prima di aver fatto l'esame con Freud, dopo essersi formato con Horney e Reich. Lo stesso vale per un altro negatore della psicanalisi come Don Jackson, padre della terapia della famiglia, che si era formato con Sullivan. E potremmo andare avanti così a lungo.
Per questo, guardatevi voi allievi di qualche scuola a non credere troppo alla sua unicità distintiva: tutti i rami della psicoterapia si incrociano e partono dallo stesso fusto. L'importante è avere una formazione rubusta anche sotto il profilo dell'empatia e della relazione, la gestione della frustrazione e dei propri meccanismi interni.
Poi finirete per sviluppare un vostro proprio stile e forse alla fine ne trarrete un libro e formerete i vostri allievi.
In quel momento, per favore, non date un titolo scolastico al vostro stile: chiamatelo solo stile e non fate prigionieri. Tutto quello che potrete fare ha già fin d'ora innumerevoli precursori anche e soprattuto fra quelli che avete imparato a disprezzare.